giovedì 22 maggio 2014

5 motivi per cui negli '80 lo sciopero era una figata

Lo sciopero dei tassisti contro Uber mi ha fatto riflettere come non sempre gli scioperi altrui portino disagio. Facendo uno sforzo sono tornato indietro di trent'anni e ho pensato a quanto questa parola, nei favolosi anni 80, mi facesse sognare. Ecco alcuni esempi di cose per cui un dodicenne di allora poteva gioire delle lotte altrui.

1) lo sciopero dei professori
a saperlo prima, uno poteva anche starsene a casa a dormire. Ma ci si poteva anche accontentare di starsene in classe a far finta di leggere il librone di Antologia con dentro un numero di Paninaro.
2) lo sciopero dei giornalisti RAI
L'unica occasione per vedere i Puffi nell'unico televisore di casa (ore 20, Italia 1) era quando il Tg1, causa sciopero, durava 3 minuti. Per sottolineare il disagio del giornalista, in questi casi anche lo studio della RAI era piu'spoglio delle altre sere. Probabilmente, il giornalista era anche in mutande.
3) lo sciopero dei giornalisti della carta stampata
specie se fatto di domenica, consentiva di avere la scusa per non dover andare in edicola a comprare L'Arena per il proprio genitore.
4) Lo sciopero dei casellanti
Ai tempi pre-telepass succedeva che, se eri fortunato e nella stazione di uscita dell'autostrada il casellante era in sciopero, potevi uscire senza pagare il pedaggio e ti tenevi il biglietto come ricordo. La soddisfazione era tale (e la benzina non costava come l'acqua Perrier come oggi) che ti veniva voglia di tornare indietro e farne un altro pezzettino.
5) lo sciopero dei giornalisti sportivi
da qualche tempo non bazzico piu' le tivvu' italiane, ma un tempo, quando questa categoria scioperava, venivano mandate in onda le partite di calcio senza commento, solo con i cori dei tifosi come unico accompagnamento audio. Occasione imperdibile per imparare nuovi insulti.

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